1. [lybx - ...http: //it.20lines.com/read/113564/intramontanzaPLESCIA GiacintoexixtenxItalianahttp: //www.ilgiornale.it/commenti/mieicommenti/3179.html http: //it.20lines.com/read/113564/intramontanza Koraxplescia g (2013). aletheiax. SEATTLE: Amazon, ISBN: 1494366207 allegati 22013 plescia g (2013). daseinx. SEATTLE: Amazon, ISBN: 9781494436070 allegati 32013 plescia g (2013). ereignix . SEATTLE: Amazon, ISBN: 9781494449926 allegati 42013 plescia g (2013). eventux. p. 88, SEATTLE: Amazon, ISBN: 978-1494224387 allegati 52013 plescia g (2013). godelx. SEATTLE: Amazon, ISBN: 9781495343667 allegati 62013 plescia g (2013). katastrofx. SEATTLE: Amazon, ISBN: 9781494236083 allegati 72013 plescia g (2013). kreatrix. Seattle: Amazon-CreateSpace, ISBN: 1494235455 allegati 82013 plescia g (2013). paradigmax. SEATTLE: Amazon, ISBN: 1494403617 allegati 92013 plescia g (2013). physix. SEATTLE: Amazon, ISBN: 9781494256715 allegati 102013 plescia g (2013). skematesix. SEATTLE: Amazon, ISBN: 1494435381 allegati Giacinto PlesciaARCHEMATICS AND UNFOLDINGS OF THOM'S THEOREM: SOME APPLICATIONS OF THE THEORY OF STRUCTURAL STABILITY by Giacinto PlesciaARCHEMATICS AND UNFOLDINGS OF THOM'S THEOREM: SOME APPLICATIONS]

"it">Giacinto Plescia</H1title="Speciale:Ricerca/Giacinto Plescia" href="/wiki/Speciale:Ricerca/Giacinto_Plescia"><B>Cerca</B></A> nell'enciclopedia se esiste un titolo simile.</SPAN> <BR>Nelle altre lingue: <A title="en:Special:Search/:Giacinto Plesci

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Non è un caso che molti di quegli attori, alla fine della loro vita, si siano sentiti abbandonati e traditi e che qualcuno di loro, al culmine dell’amarezza, abbia detto che per lui era arrivato il momento di togliere il disturbo. La chiamano depressione

Non è un caso che molti di quegli attori, alla fine della loro vita, si siano sentiti abbandonati e traditi e che qualcuno di loro, al culmine dell’amarezza, abbia detto che per lui era arrivato il momento di togliere il disturbo. La chiamano depressione. La tipica depressione dell’attore. E si tratterà pure di questo. Ma la realtà è che loro erano venuti per dirci chi siamo, povere maschere di una commedia che è tutta nostra, e dunque a inquietarci, sì, a disturbarci. Ricevendone in cambio un applauso di maniera è un consenso di circostanza. Meglio, a quel punto, togliere il disturbo. Infatti erano venuti proprio per quello, prima ancora che per farci divertire, e noi li avevamo fraintesi.

Quanto è tragico il comico! E quanta comicità nella tragedia. Beckett, che in queste cose aveva uno sguardo d’aquila, sosteneva che non c’è come la disgrazia che possa apparire comica. Il caso, questa potenza insignificante ma beffarda, è in grado di produrre senza sosta situazioni di una doppiezza maligna. Più crediamo di padroneggiarlo, più ne siamo succubi. Niente ci fa ridere come vedere qualcuno in balìa del caso. E siccome il caso è all’opera ovunque si prepari una catastrofe, ogni catastrofe ha in sé qualcosa di ridicolo.

Proprio questa capacità di cogliere il comico nel tragico per Leopardi esprime bene il carattere degli italiani. Agli occhi dei quali il tragico è talmente intriso di comicità, che alla fine di esso non ne è più nulla. Un antico cinismo maturato nei secoli ha trasformato la vita in uno spettacolo da cui trarre occasioni di riso. Ma se gli italiani sanno vedere il comico nel tragico, però sono ciechi di fronte alla tragicità del comico.

Quando qualcuno gliela fa notare e quasi toccar con mano (per l’appunto, verrebbe da aggiungere, i grandi attori della commedia dell’arte o i non meno grandi attori che ne hanno proseguito la tradizione nella commedia all’italiana e poi nel cabaret teatrale e televisivo) finisce immancabilmente che gli voltano le spalle e lo dimenticano, peggio, lo ignorano. Salvo tributargli quel melenso omaggio postumo che non è fatto per ricordare ma per dimenticare. E cioè per gettare un velo definitivo sulla loro inesauribile volontà di rovesciare il tavolo della vita e mettere tutti quanti di fronte a uno specchio impietoso. Sempre più spesso l’ultimo commiato è accompagnato da un “ciao” bonario e corrivo che in realtà li consegna brutalmente all’insignificanza. Lo stesso ciao che è tracimato dalle cerimonie funebri alle inserzioni mortuarie, ai tweet, ecc. Ciao Zietta, ciao Nonnino, ciao Papino, ciao Pippo, ciao Pippa... La morte viene così ridotta a pretesto del più banale e insulso gigionismo.

“Ogni vita ha un destino tragico e un’esistenza comica”: parola del filosofo George Santayana. Che ogni vita abbia un destino tragico, lo sa chiunque sia stato toccato o quanto meno sfiorato dalla sciagura: che è una presenza inaggirabile, minacciosa, pronta a invadere la nostra vita in ogni momento, come accade sempre di nuovo e immancabilmente. E se sotto i colpi della sferza impugnata da una mano implacabile c’è chi ha preferito trasformare il suo dolore in una danza buffonesca e triviale, costui ha con ciò confermato quanto possa essere tragico il comico e comico il tragico. Eccoci così ricondotti allo strano pensiero da cui siamo partiti e che ci è stato suggerito dalla morte di una grande attrice comica: bisogna forse morire, per trovare uno straccio di verità sul proprio conto? E se le cose stanno così, perché in genere accade proprio il contrario?

Pensiero strano e non soltanto strano, ma anche difficile da accettare: tale apparve al primo che osò formularlo, vale a dire Dante Alighieri. “Bisogna che la mia donna muoia”, scrive Dante nella “Vita nova”. Dante ha un sogno angosciosissimo: una voce gli annuncia non soltanto che Beatrice sta per morire, ma anche che questa morte è necessaria. Una cosa orribile, e infatti Dante si sente smarrito, perso, e come chi sta per uscir fuori di testa, salvo poi, tra mille dubbi e sofferenze, dar ragione a quella voce. Sì, Beatrice deve morire, perché soltanto se Dante saprà amarla anche nella morte, Beatrice potrà essere per lui una luce e una promessa di felicità. Solo così quel suo amore (abbastanza sconsiderato, visto che Beatrice non sarebbe mai stata sua) avrebbe potuto diventare amore salvifico e non solo rischiarare il suo cammino, non solo permettergli di uscire dal brutto pasticcio in cui si era cacciato, ma portarlo dove sappiamo.

Aveva qualcosa in comune con la Beatrice dantesca, Anna Marchesini? Sì e no. No per tanti motivi, uno in particolare: Anna diffidava dell’amor platonico, di cui invece Beatrice era l’incarnazione, e prendeva partito senza riserve a favore dell’amor carnale, di cui fece un elogio bellissimo e spiritosissimo. Per lei l’amore era tanto più seducente, quanto più “impuro”. E impuro voleva dire: trasgressivo, libero da qualsiasi legame, estraneo al matrimonio (su questo punto anche Beatrice avrebbe potuto dire la sua). Ma anche sì per altrettanti motivi, forse perfino più convincenti.

Anna era puntigliosa, non meno di Beatrice. Recitava la sua parte di fronte a un pubblico anonimo e vasto, ma intanto ammiccava singolarmente a questo o a quello, come se dicesse: amico mio, sto parlando di te, non di qualcun altro, ma di te, proprio di te. Era difficile sfuggirle e non essere messi alle corde, fino a provare un profondo disagio. Come chi viene colto sul fatto, un fatto di cui può soltanto vergognarsi. Ecco perché il desiderio di guardare altrove era forte. Così come la tentazione di tributarle un applauso liberatorio, purché la sottile tortura finisse. Ma se si aveva il coraggio di seguirla fino in fondo, e fino in fondo stare al gioco, allora si poteva anche essere premiati. Non che ti portasse in paradiso. Intanto però ti aveva aiutato a fare chiarezza su te stesso e sul mondo. Insomma, aveva fatto della sua arte uno strumento di conoscenza, mettendola a disposizione di chi avesse saputo approfittarne.

E questo ditemi voi se è poco.

florex daseinontology

  • ((
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  2. florex daseinontology

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nouspoietikontologydi giacinto giacinthom
Genere: UmorismoMood: Fantasia
crea creatore poieticapoietichemetafisicamatematica dà "dà Già esistenza da parte del corpo in modo indipendente e immortale - .. *) 3) in primo luogo, la mente fisica è sapere unico modo ha conseguito riconoscono in realtà, la sua mancanza di un altro, separato dalla natura dell'uomo , sostanza puramente spirituale cui le idee vengono comunicate 25). 22) Lib. Natura. VI. pag. 5. c. 2 ° princ. Id quo de nulla est dubitatio BOC est quod in bomine est aliqua substantia, quae apprebendit intelbgibilia recipiendo. Dicemus ergo, quod substantia, quae est in subjectum intelligibilium, non est cor- pus neque babens esse propter corpus Ullo modo, eo quod est virtus in eo aut Essere ed essenza a causa della varietà delle loro materie, le sue volte di creazione, crea





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ontologia dell'essereventux



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nihilxdell'essere nihildella metafisicanihilnihilmetafisicametafisicassoluta.EssereCreatrixdell'essere" metafisicadell'essere. Metaontofenoumenontoteología in sé nihilmetafisicafondazione metafisicadel sé ESSErlontology È senzapercHé'ontologia del Dasein per superare la metafisica SenzapercHé eventontologia". Thom'ontology eventusEsse'ontologia è fenoumenontologiadell'essereventità"noumenontology". Dasein: essere è esserci senzaperché D''esserlontologydell'essereventità già crea essereventità: "perché essere anzich-nulla" senza"perché eventità è l'essere dell'eventità è essereventità l'Essereventità oltre la metafisica in sé già eventità oltre la metafisica "morte di Diopan" della metafisica. Dasein verità dell'esserevento è l'essere in sé Oltremetafisica: essere dell'evento panulla è l'essereventità Essere senza"perché Essere absolutontology "senza" Perché in Sé essere" dal nulladell'essereventO fenoumenontologia "Senza la metafisica della verità. D'esservi creatrix"ontologica" là"ontologiadell'esserEventontology Oltre la verità della veritàMetafisica. Diopan è la Verità senzaperché è in Sé essereventitàdell'essere sEnzaperché. Essereventod'essereventontology dellA verità dell'essere senzaPerché in sé. ONTology creativa creatrix è senzaperché creativa oltremetafisica kreatrix eventONTOloGy È senzaPEhé già crea iN sé poetanteveNtontology“pensiero abissale”senzaperché È l’eventontology dà: «Giacché!»già essereventontology“oltre”«La metafisica abissontology dell’esserevento»dà senzaperché“l씓là”diradanza oltre la metafisica–Paneraclitontology. «Giacché senzaperché nient’altro»’essere dell’eventontology panullasenzaperché. L’eventontologia Senzaperché«abissaleventontology»crea vi crea”crea»creatrix crea senzaperché diradanza in sé È paradossontology iN sé là essere-nel- deserto»ultimo diopaneVento già creatrix crea crearevento crea creatrix crea’creativeventò crea: «crea:crearsi crea»creativontology. «Crearsi in sé“dà”»È creatriceventontology crea senzaPerché Eraclitontology”È EraclitoNtologia crea in sé È crea senzaperché crearevento senzaperché evento crea“senzaperché”È in«sé diradanza»creatricevento creatrice È EraclitoNtològy oltre Il pensiero metafisico crea.
La creatrice creatrix creatriceveNtontologia crea la morte di diopan È raduraLì crea È“senzaperché”
È la morte di Diopan’al di là’al di là’al di là morte di Diopan creatrix creatio ex nihilx già crea. CreatrIx in sé da sé senzaperché in sé crea essernevento.
Crea crea-evento. Creatrix crea è senzaperché creareVento È crea la “morte di diopan”crea Da creatore dà dal panulla: È per sé panulla morte di diopan creareventontology crea senza–perché È crea La morte di diopan Diopan della metafisicrea Zarathustra creatrice creareventux crea dèi creareventology essere diopan! Dèi metafisikamentevento senzaperché’ultimàcreatric’EventUx. La creatrice dell’eventontology crea crearevento è creatrix la morte di Diopan in sé di sé crea creareventontology creatriceventology crea crea-senzaperché Al di là crea senzaperché creatrix.
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La metafisicamente eventodell’esseregià oltre la metafisica eventodell’esseregià eventontologydell’essere». Noumènestasi eventestasi in sé futurontology senzaperché estasieventontologico–«dell’esseregià»–eventodell’esseregià aleggia la morte di diopan esserGià––È lì al di là in sé senzaperché essercigià stringravità stringholex-gravità:esservigià!»stringravitàcreatontology stringravità:«stringholexgravità»senzaPerché creativontologystringravità metafisicamente al di là senzaperché al di là Stringravità creatorevento. È in sé aleggia eventontology morte di diopan esseregià oltre la metafisicamente.
Vi è abissalevento:«abissaleventontology!»dell’esseregià eventodell’esseregià l’eventodell’essercigià dell’essernegià“là”in sé È essercigià oltre la metafisicamente al di là“là”»già-evento senzaperché è già Evento crea’eventO Vi è già Evento eventontology l’evento”vi è””evento–creerà’eventità paradossalità paradossontology poetanteveNto senzaperché È spaziaL’Ontopologia diradanza“l씓là”diradanza futurontology SenzapErché spaziotemporaeventontoLogy diradanza oltremetafisicAmenx senzaperché Erixontology”kreatriceventux metafisicamènx creareventology olremetafisica creareventux creatrix crea senzaperch锓destinontology”»È destinontologia crea poetanteveNtontology sovraevento morte di diopan«morte di diopan» nihilontology nihilx-senzaperché diopan è morto senZaperché stringravità Zarathustrontoteology Zoroastrontoteology Zarathustringholex panulla Diopan è "! Zarathustrontòteologia crea lì lì-in-sé è senzaperché dà senzaPerché panulla'ultimoZarathustrontoteology: caosontology in sé diradanza C'è'ultimontology è crea esserlontology C'è è panulla senzaperché soggiorna dà è metafisicreatoreventontoteology. Creatoreventologiax.
Creatoreventux creatoreventontologia Creatrix.
Creatriceventontology Zarathustringholex creatorx pensanteventontology senzaperché: pensanteventux lì pensanteventontologia già crea creatrix crea crea di per sé creazioneventux.
Creare in sé nuovo inizio della creazioneventux nel mondo ontologia-dell'esserevento È si dà dà lì già lì già Sognontology creatrix Creatoreventosenzaperché crea oltre Al di là creatontology al di là! Crea crea là estasievento in sé in sé di sé C'è inSé vi è in Sé crea creatontology crea creatrixevento crea:crea al di là senzaPerché creareventux al di là in sé già dà KrEatrix in Sé crea C'è stringravità stringholexgravità!
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ontologia dell'essereventuxdi giacinto giacinthom
Genere: NarrativaMood: Romanticismo
Creare in sé nuovo inizio della creazioneventux nel mondo ontologia-dell'esserevento È si dà dà lì già lì già Sognontology creatrix Creatoreventosenzaperché crea oltre Al di là creatontology al di là! Crea crea là estasievento in sé in sé di sé C'è inSé vi è in Sé crea creatontology crea creatrixevento crea:crea al di là senzaPerché creareventux al di là in sé già dà KrEatrix in Sé crea C'è stringravità stringholexgravità!
L'evEntontology là crea al di là di per sé sublimEventux sublimità c'è È Metaeventontology crea Dà senzaperché si dà Vuotontology Senzaperché Là già già-senzaPerché«È. È! È già si dà C'è esserci! senzaperché crea È crea creatrix in sé lì creatrixeventux! Creatoreventontology crea l'ultima creazioneventologia. PanontoLogy crea creatrix crea lì senzaPerché crea È lì lì-L'è creatrix vuotontology nello spaziOntology si è al di là crea creareventux al di là è lì È già in sé lì crea crea crea creatRix creatoreventux! crea vuotontology È dà al di là vi è lì già





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eventontology

  1. eventontology.....Ontology EraclitOntOlogy ontologia in Eraclito di per sé HeraclitOnTology in sé" in sé" EraclitOntoloGy l'anima deve parlare

Greca, o resi in uno spirito più cosmopolita, l'anima deve "parlare la lingua" (B107).

Ora che è stato stabilito che Eraclito non è scettico circa il valore del

percezione sensoriale come Parmenide, si può tentare di valutare l'affermazione della dottrina del flusso basato

sulla testimonianza dei sensi. Sembra poco probabile che ci potrebbero essere molte prove sensoriali per Platone

interpretazione del cambiamento perpetuo. Guthrie porta in primo piano l'immagine usata da Aristotele per illustrare il il-

moria di flusso come potenziali prove sensoriali, cioè quello di gocce d'acqua su una pietra.

12

Si tratta di supporto

prove posedly che, anche se la percezione sensoriale non è in grado di rilevare il cambiamento, come si verifica, l'erosione, che

si svolge nel tempo può testimoniare il flusso costante di tutte le cose. Ma ci sono diversi problemi

con questa immagine. Il gocciolamento dell'acqua non è esso stesso un flusso continuo. Il cambiamento che provoca

è infatti impercettibilmente piccola, ma è intermittente, non è continuo. Questo non è un punto banale, ma è

uno che può essere corretta semplicemente modifica l'immagine a quella di un flusso continuo di acqua; in

ordine per l'argomento di lavorare a sostegno della spiegazione di Platone, ta panta rei, tutto il cambiamento deve essere

dimostrato di essere continuo.

Si può cercare di salvare l'argomento postulando una fase invisibile di cambiamento che persiste

tra gocce, ma per fare ciò, si deve porre una sorta di movimento impercettibile, un'idea

che l'avversione Eraclito 'stato già osservato in precedenza. E il problema è ancora più netto per le cose che

non si stanno muovendo in alcun modo ovvio, come una pietra senz'acqua versa sopra affatto. Di Più

in generale, uno non forse percepisce una tendenza di tutte le cose da portare via con il tempo, ma non vi è cer-

tamente alcuna evidenza percettiva a suggerire che questa erosione è continuo e non intermittente, come

sembra più intuitiva almeno per oggetti.

Proprio come Eraclito non è uno scettico per quanto riguarda il valore della percezione sensoriale, né è

3

11

L'obiettivo di questo frammento è probabilmente la religione greca, come descritto da poeti (anche sotto attacco in B44 e B33), e / o ex

filosofare trasensual come quella di Anassimandro, che pone l'esistenza di un Apeiron (illimitata, senza limiti) sostanza

che rimane impercettibile.

12

Guthrie, 202.



pagina 4

Sul potenziamento nei fiumi

impegnata a qualsiasi tipo di relativismo. Nella sopra B99 frammento discusso, Eraclito mette in chiaro

che vi è una componente cognitiva coinvolta nella comprensione complementare ai sensi, cioè

il linguaggio dell'anima, che gli permette di comprendere i loghi e non semplicemente sentire, come se si ri-

mained assente durante la sua presenza (B34). I loghi, che viene generalmente tradotto come "conto", "parola", oppure

"Ragione", si riferisce qui a ciò che è inerente l'ordine delle cose indipendenti dalla nostra percezione sensoriale

di esso. Quindi, anche se la maggior parte delle Eraclito premi quelle cose che possono essere viste e ascoltate come fisico

modifiche, che sono percepibili, queste cose non sono da prendere come vero solo sulla base di sin-

UAL percezione. Essi sono vere, perché sono in un certo senso "governate" da un logos che esiste

a prescindere da qualsiasi individuo: "... anche se [il logos] è comune, ma molti vivono come se avessero un pienza

dom di loro "(B2). Se si può essere autorizzati a parlare di un "epistemologia" di Eraclito, è

chiaramente oggettivo e non relativistica. Alla luce di queste considerazioni, uno dei frammenti che meglio

si presta ad una interpretazione relativistica possono essere compresi in modo diverso. Eraclito 'afferma che "il mare

è la più pura e l'acqua impura; pesce può bere ed è un bene per loro; per gli uomini è imbevibile

e distruttiva "(B61). Questo è visto meglio come una dichiarazione paradossale come l'acqua di mare è la sua

la natura sia puro e impuro, piuttosto che una affermazione che l'acqua di mare è in qualche modo in sé e per sé differenza

ent per gli uomini di quanto non sia per i pesci.

13

Dato che questa discussione comincia a incidere su alcune interpretazioni controverse di Eraclito '

teoria delle unità nell'opposizione, basti dire che Eraclito è impegnata in un mondo e di un logo

che sono comuni a tutti. Possiamo essere d'accordo con Platone che queste affermazioni non sono facilmente conciliarsi con un

visione del mondo in cui le cose sono in costante evoluzione. Ci sono gravi difficoltà sia con un

teoria del linguaggio e una teoria della verità che derivano da negare che tutto ciò che mai rimane costante.

Ma ammettere, come si deve sulla forza delle evidenze testuali, che Eraclito ha dedicato molto

pensato per l'esistenza eterna del cosmo, per i quali i loghi rimane invariato, mentre contemporanea-

neamente supponendo che egli sostiene che tutte le cose sono in costante evoluzione, è quello di accusare Eraclito di un

inconsistenza intellettuale estremamente fondamentale e altrettanto improbabile.

Per tornare ancora una volta la questione della percezione, Eraclito osserva che diversi sensi

sono utili in diverse condizioni: "Se tutte le cose sono state trasformate a fumare, le narici sarebbero distin-

guere loro "(B7). Mentre Eraclito chiaramente non crede che tutte le cose sono fumo, questo frammento

fa fornire un indizio su quello che crede di essere il senso più preziosa in questo mondo; gli uomini-

zione di fumo crea associazioni di fuoco. E infatti Eraclito collega esplicitamente la visione con il fuoco in

frammento B26: "L'uomo è acceso e messo fuori come una luce nella notte-tempo." Vision è quindi meglio in grado

per dare un senso di un mondo, che è illuminata dal fuoco, o il sole.

Eppure si tratta di un frammento di circa il sole che sembra più contraddice i tentativi di dissociare

Eraclito dalla dottrina della ta panta rei. Nel frammento di B6, Eraclito scrive: "Il sole è nuovo ogni

giorno. "Se il sole è nuovo ogni giorno, quindi sembra essere il genere di cosa, che è in perenne mutazione

e anzi in modo tale che questo cambiamento è impercettibile, come il sole generalmente non apparire segnale

significativamente diverso da un giorno all'altro. Premesso che il sole può occasionalmente comparire un colore diverso

in determinate condizioni atmosferiche, ma ciò non è una connessione necessaria che causerebbe uno

4

13

Per un argomento diverso di come questo frammento non impegna Eraclito a qualsiasi forma di relativismo, vedere Marie I. George,

"Quello che la saggezza è Secondo Eraclito l'Oscuro", in Lyceum, vol. 5, No. 1, (1993), 11.



pagina 5

Stephen Aylward

parlare di un nuovo sole "tutti i giorni". E mentre modello relativo del sole attraverso i cieli fa

il cambiamento in modo necessario, sembra improbabile che questo cambiamento quotidiano è un motivo sufficiente per posit-

zione l'esistenza di un intero sole nuova o anche sostanzialmente diverso. Questa impercettibile cambiamento cer-

tamente sembra parlare contro gli argomenti su Eraclito e percezione sensoriale di cui sopra.

Ma forse c'è un motivo particolare per considerando che il sole può essere un'entità privilegiata in questo

considerare. In effetti, questo non deve sorprendere, dato il ruolo chiave data al fuoco. come Eraclito

afferma, "il mondo ... era mai, è, e sempre sarà un fuoco sempre vivente ..." (B30), e attribuisce cen-

trale brillantezza cosmica al sole, affermando: "Se non ci fosse il sole, sarebbe notte", dal momento che l'altra

inizia non basterebbero per rendere giorno (B99).

Il luogo privilegiato data dal Eraclito a fuoco nella sua filosofia conferisce un simi- superficiale

rità di monismo materiale dei Milesi, che erano, è vero, le sue principali influenze filosofiche.

Nel monismo materiale di Anassimene, per esempio, tutte le cose vengono all'esistenza per rarefacation

e condensazione di aria. Se fosse semplicemente il caso che tutto viene ad essere da fuoco in un simile

modo, sarebbe facile spiegare perché il sole sarebbe nuovo ogni giorno, dato che una parte diversa

il suo fuoco sarebbe stata condensata o rarefatto in nuovi esseri. Ma il fuoco eracliteo alla base della

universo in un modo che è fondamentalmente diverso da acqua o aria Thalesian Anaxeminesian.

14

Il

Interpretazione Milesian di Eraclito 'Cosmologia si basa sul frammento B90: "Tutte le cose sono ex-

cambiato per il fuoco, e il fuoco per tutte le cose, anche come merce per l'oro, e l'oro per gli articoli ". Ma come Guthrie

sottolinea, questo cambiamento non è una semplice questione di trasformazione; Eraclito avrebbe potuto facilmente scritta

che l'oro assume la forma di gioielli, o candelieri, o qualsiasi altri articoli.

15

Ma invece ha de-

scribi la vicenda come una sorta di commercio.

In effetti, può valere la pena sottolineare, per estendere l'analogia, che il commercio può aver luogo

sulla base del credito, in modo che l'oro non deve essere immediatamente trasferita per merci, ma che questo

potrebbe avvenire nel corso del tempo. Così come il commerciante umana tiene traccia di ciò che è dovuto personalmente,

un contabile cosmica tiene traccia di quanto le è dovuto: "Il sole non oltrepassare le sue misure; se lui

fa, le Erinni, le ancelle di giustizia, lo scoprire "(B94). Eraclito può quindi difficilmente può essere

ha detto di tenere una teoria fisica elementare, almeno non nel senso di Mileto. Inoltre, egli descrive

questione non in termini di propria sostanza, ma come qualcosa di tensione di essere tirato in diversa direzione

zioni.

16

I tre principali sostanze individuate nei frammenti esistenti sono il fuoco, l'acqua e la terra (cf.

B36). Egli scrive, "Le trasformazioni del fuoco sono, innanzitutto, di mare; e la metà del mare è terra, la metà

[accensione] "(B31). Prendendo mare per essere un sostituto per l'acqua, si vede che l'acqua non è mai definito nel proprio

termini, o in termini di sue proprietà. Invece, è descritto come qualcosa perennemente in tensione

tra le altre due sostanze; la metà di esso rimane il fuoco, da dove è venuto in essere, e la metà di

diventa terra, che viene ad essere dall'acqua (B31). In questo senso, allora, "la salita e la strada

giù è uno e lo stesso "(B60).

Per lasciare da parte la complessità della eracliteo cosmologia, vediamo che anche se il fuoco di

ruolo nel sistema è fondamentalmente diversa da quella di acqua per Talete, siamo ancora in grado di vedere

5

14

Gregory Vlastos, "On Eraclito" in The American Journal of Philology, vol. 76, No. 4 (1995), 367.

15

Guthrie, 205.

16

Gregory Vlastos, "uguaglianza e la giustizia in Cosmologie greci presto," in filologia classica, vol. 42, No. 3 (1947), 164.



pagina 6

Sul potenziamento nei fiumi

come il fuoco è coinvolto nelle prossime ad essere di altri esseri. Per tornare al problema del frammento sole

B6 discusso in precedenza, ora possiamo dire che è il coinvolgimento del fuoco in tutti i cambiamenti che si svolge

(anche se questo cambiamento non avviene continuamente), che rappresenta un "nuovo sole" aumento ogni

giorno.

Al fine di delineare un'idea di ciò che il vero scopo della immagine del fiume è, se non a sug- è

gest una teoria materialistica del flusso, si dovrebbe prendere in considerazione il luogo di psukhe (anima) nel contesto della

frammenti esistenti. Il ruolo centrale svolto dal psukhe nel pensiero di Eraclito 'è stata spesso eccessiva

in ombra dai suoi più drammatici nozioni cosmici di fuoco, l'identità degli opposti, e, naturalmente, il

la teoria del flusso. Questa tendenza ha rivendicato il sostegno del titolo presunto del libro di Eraclito ', di Na-

tura.

17

Ma questa è la prova incerta nella migliore delle ipotesi, dal momento che la designazione dei presocratici come "di Aristotele NAT

filosofi Ural "ha causato praticamente ogni testo presocratici a venire ad essere conosciuto con questo nome, ed è

quasi certamente non un titolo autentico.

18

D'altra parte, in un recente lavoro interessante, romana

Dilcher ha proposto che proemio al lavoro Eraclito '(B1) è in realtà abbastanza simile ad altri proems

della sua giornata.

19

Questa analisi lo porta alla conclusione che gli "atti ei fatti" di cui sono B1

il vero oggetto del suo lavoro, che suggerisce che lo studio della psukhe è più centrale

quella del cosmo per eracliteo pensiero.

Lasciando da parte queste considerazioni filologiche ancora una volta, è abbastanza chiaro dal testo

che ogni interpretazione del flusso in Eraclito deve tenere adeguatamente conto dell'anima. Per le anime sembrano essere

un buon esempio di qualcosa che scorre e costantemente cambia. L'anima umana è Al-

modi influenzati da ciò che sperimenta, e dal momento che l'anima sperimenta in ogni momento della giornata, è

costantemente in uno stato di flusso. Morevoer, questa lettura sembra coerente con gli altri frammenti chiave ri-

Lating all'anima. Ad esempio, nel frammento di B45, si dice che anche nel viaggiare ogni percorso dell'anima,

non troverete i suoi confini perché i suoi loghi è così profondo. Ciò suggerisce che l'anima è efficace

senza limiti, e quindi incomprensibile. Uno dei motivi per qualcosa potrebbe dire di essere efficace senza limiti

è che cambia continuamente, in modo che, anche se siamo in viaggio ogni percorso, dal momento che abbiamo finito, i percorsi

si sarà diverso. L'anima è senza limiti, perché è sempre in movimento; infatti, contiene

il principio della sua propria crescita (B115). Inoltre, pur riconoscendo che la ricerca per trovare la

confini dell'anima non sarà mai pienamente successo, Eraclito approva questa ricerca, in un irregolare auto

frammento referenziale: "Ho cercato per me" (B101). Si tratta di una affermazione riguardante il suo metodo,

che forse anche gli permette di affermare di avere un rapporto privilegiato con la verità con tanta spavalderia in

frammento di B1.

Naturalmente, l'affermazione che l'anima è costantemente in uno stato di flusso non sarebbe affatto essere superficie

Premiazione di un sostenitore dell'interpretazione eracliteo ta panta rei. Ma secondo la lettura

sopra, l'anima è in movimento in maniera privilegiata. Perché l'anima è ciò che è più immediato per noi,

e perché possiamo avere comprensione di esso in modo indipendente della percezione sensoriale esterno, possiamo vedere

che è sempre in uno stato di cambiamento. Ma per Eraclito a proporre ricerca dell'anima come ac- significativo

tività, ha bisogno di permettere che ci sia in un certo senso una unità ontologica della persona che conduce la

6

17

Françoise Joukovsky, Le Feu et le Fleuve, (Ginevra: Librairie Droz, 1991), 53.

18

GS Kirk, JE Raven, e M. Schofield, il presocratici Filosofi, 2

ND

Ed,. (Cambridge: CUP, 2007), 184.

19

Romano Dilcher, Studi di Eraclito, (Zürich: Hildesheim, 1995), in particolare 11-18.



pagina 7

Stephen Aylward

ricerca. Per quanto riguarda gli effetti dell'invecchiamento, scrive che in realtà è la stessa cosa essere giovani o

vecchio (B88). In virtù di diventare vecchio, non si diventa essenzialmente diverso. Alcuni aspetti della

proprio essere sono semplicemente invertiti. Quando le cose sono in continuo mutamento, come il fiume, il punto non è che essere-

venire qualcosa di diverso; il loro logo rimane la stessa. Il punto è piuttosto che solo cambiando che

qualcosa può trovare il riposo, che può essere quello che è. Quindi, "non riposa cambiando" (B84a). È a causa di

questo che si tratta, in un certo senso la morte di qualcuno a dormire. Una più se stessi è, perché il flusso

di cambiamento nell'anima è stato temporaneamente interrotto (B26). Analogamente, la bevanda orzo separa

quando non viene agitata (B125). La bevanda può essere solo ciò che è di essere in movimento.

In questa lettura, l'immagine fiume è significativa in un modo diverso. Eraclito sta facendo un ar-

gomento contro un'ontologia strettamente materialista, non per questo. Egli non significa che un essere persiste

nel tempo solo in virtù delle sue componenti materiali, ma che vi è un componente non materiale, o

logos, che definisce che l'essere. Quando si fa notare che un fiume è sempre in movimento, non lo fa

intendo dire che cessa di essere il fiume che è; alla luce della lettura sopra, si potrebbe cessare solo

essere il fiume che è omettendo di essere in continuo mutamento. L'immagine Fiume sottolinea che "acque dolci scorrono in

su di voi ", come ti trovi nel fiume, ma ciò che questo è destinato a dimostrare, è che, nonostante il riale

cambio rial del fiume, non rimangono gli stessi. Come tanti altri frammenti di Eraclito, il

sostengono che non si può stare nello stesso fiume due volte viene così meglio inteso come un paradosso, destinata a

attirare la nostra attenzione al rapporto tra composizione del materiale e il logos che è il vero

essendo di tutti gli esseri. Si tratta di un artificio retorico, non una seria ipoteca sulla struttura ontologica del

mondo. Anche se in realtà non sempre cambiare, tutte le cose sono suscettibili di cambiare; anche il sole, la

simbolo del fuoco, che appare più immutabile, è infatti di nuovo ogni giorno. Ma la natura delle cose (unità PHU-

SIS) non può nascondere (B123), da ciò che non tramonta mai (B16), che può sempre essere visto ed è comune

a tutti, i loghi (B2). E 'dunque il logos che governa essere per Eraclito, non il sbilanciamenti temporanea

ANCES di trucco materiale, che sono in ogni caso sempre restituiti al contabile cosmica.

Questa rilettura dei frammenti esistenti nel tentativo di dissociare Eraclito dal

dottrina del flusso pone le proprie domande imbarazzanti: che tipo di esistenza è il logos stesso significato per

possedere in ontologia Eraclito ', e come si può governare l'essere degli esseri senza essere connessi

con qualsiasi materiale particolare di essere? Fa permettendo che tutte le cose possono cambiare in linea di principio, anche se

non sono in realtà in continua evoluzione, davvero evitare i problemi epistemologici e linguistici in origine

sollevato da Platone nel Cratilo? Indipendentemente dalle risposte a tali domande, che non possono essere affrontate

sotto i vincoli di questo documento, è chiaro che l'interpretazione sopra è più coerente con la

resto della filosofia di Eraclito 'che l'antica visione di Eraclito, come il filosofo della ta panta rei.

Domanda principale Eraclito 'non può essere stato inteso come un avallo di stretta materialismo, dal momento che il suo

impegno per l'esistenza indipendente di un logos che governa tutte le cose rende tale riduzione

ontologia tionist impossibile. Se l'esistenza di un fiume è determinata esclusivamente dalle acque che

flusso attraverso di esso, non ci sarebbe ovviamente alcun bisogno per essere governata da loghi esterni, la sua

composizione materiale sarebbe già sufficiente per il suo essere. Cratilo è quindi seriamente missione

preso quando ha affermato che la filosofia di Eraclito f:id:gpdimonderose:20160310034157p:plainf:id:gpdimonderose:20160310034240p:plainf:id:gpdimonderose:20160310034309p:plainf:id:gpdimonderose:20160310034339p:plainf:id:gpdimonderose:20160310034359p:plainf:id:gpdimonderose:20160310221148p:plainf:id:gpdimonderose:20160312231034p:plainf:id:gpdimonderose:20160321035640j:plainf:id:gpdimonderose:20160321035650j:plainf:id:gpdimonderose:20160321035717j:plainf:id:gpdimonderose:20160323224936p:plain

Filosofia della matematica...Filosofia della matesis...metafisica della mathesix...creazione di equazioni, che costituiscono il punto di partenza indispensabile di tutte le ricerche analitiche. Ma questo lavoro preliminare è stato notevolmente semplificat

Filosofia della matematica...Filosofia della matesis...metafisica della mathesix...creazione di equazioni, che costituiscono il punto di partenza indispensabile di tutte le ricerche analitiche. Ma questo lavoro preliminare è stato notevolmente semplificato dalla creazione di analisi trascendente, che ha così accelerato il momento in cui la soluzione ammette di uniforme e precisa applicazione dei metodi generali e astratti; riducendo, in ogni caso, questo lavoro speciale alla ricerca delle equazioni tra le grandezze ausiliari; da cui il calcolo porta poi a equazioni direttamente riferiti alle grandezze proposte, che, prima di questa concezione ammirevole, era stato necessario stabilire direttamente e separatamente. Se queste equazioni indiretti sono differenziali equazioni, secondo l'idea di Leibnitz, o equazioni di limiti, conformably alla concezione di Newton, o, infine, derivati ​​equazioni, secondo la teoria di Lagrange, la procedura generale è evidentemente sempre la stessa.


Ma la coincidenza di questi tre metodi principali non è limitata all'effetto comune che producono; esiste, inoltre, nel modo stesso di ottenimento. In realtà, non solo fare tutte e tre considerano, al posto delle grandezze primitive, alcune quelli ausiliari, ma, ancora più in là, le quantità così introdotti come filiale sono esattamente identici nelle tre metodi, che di conseguenza differiscono solo nel modo di visione loro. Questo può essere facilmente dimostrare prendendo per il termine generale di confronto una qualsiasi delle tre concezioni, soprattutto quella di Lagrange, che è il più adatto per servire come un tipo, come il più libero da considerazioni estere. Non è evidente, per la stessa definizione di derivati ​​FUNC zioni, che non sono altro che ciò Leibnitz chiama differenziali coefficienti oi rapporti di differenziale di ogni funzione a quello della variabile corrispondente, in quanto, nel determinare il differenziale primo, saremo costretti, per la natura stessa del metodo infinitesimo, limitarsi a prendere l'unico termine del l'incremento della funzione che contiene la prima alimentazione di infinitamente piccolo incremento della variabile? Allo stesso modo, non è la funzione derivata, per sua natura, allo stesso modo il necessario limite verso cui tende il rapporto tra l'incremento della funzione primitiva e quella della sua variabile, nella misura in cui quest'ultimo diminuisce indefinitamente, in quanto esprime evidentemente quello tale rapporto diventa quando si suppone l'incremento della variabile

per essere uguale a zero? Ciò che è designato dal - nel

dx

Metodo di Leibnitz; ciò che dovrebbe essere notato come

Ay L - in quella di Newton; e ciò che ha Lagrange

ASCIA

indicato con / '(z), è sempre una stessa funzione, visto da tre diversi punti di vista, le considerazioni di Leibnitz e Newton correttamente consistente nel far conoscere due proprietà necessarie generali della funzione derivata. L'analisi trascendente, esaminato astrattamente e nel suo principio, è quindi sempre lo stesso, qualunque sia la concezione che viene adottato, e le procedure di calcolo di funzioni indirette sono necessariamente identici in questi diversi metodi, che in modo analogo devono, ad qualsiasi applicazione qualunque sia, portano risultati costantemente uniformi rigore.

VALORE COMPARATIVA DEI TRE METODI.

Se ora cerchiamo di stimare il valore comparativo di questi tre concetti equivalenti, ci troveremo in ogni vantaggi e gli inconvenienti che le sono proprie, e che ancora impedisce geometri da limitandosi a uno qualsiasi di loro, considerati come finale.

Quella di Leibnitz. La concezione di Leibnitz presenta incontestabilmente, in tutte le sue applicazioni, una marcata superiorità, guidando in modo molto più rapido, e con uno sforzo molto meno mentale, alla formazione di

H

equazioni tra le grandezze ausiliarie. E 'al suo utilizzo che si deve l'alta perfezione che è stata acquisita da tutte le teorie generali della geometria e della meccanica. Qualunque sia le diverse opinioni speculativi di geometri rispetto al metodo infinitesimo, in un punto astratta di vista, tutte tacitamente concordano nell'impiegare entro preferenza, non appena essi devono trattare una nuova domanda, per non complicare la necessaria difficoltà da questo ostacolo puramente artificiale procedendo da un accanimento fuori luogo l'adozione di un corso meno rapido. Lagrange se stesso, dopo aver ricostruito l'analisi trascendentale su nuove basi, ha (con quella franchezza nobile, che così bene adatto suo genio) ha reso un suggestivo ed omaggio decisivo alle proprietà caratteristiche della concezione di Leibnitz, seguendo esclusivamente in tutto il sistema della sua Mecanique Analy tique. Tale fatto rende inutile qualsiasi commento. Ma se consideriamo la concezione di Leibniz in se stesso e nelle sue relazioni logiche, non possiamo sfuggire ammettendo, con Lagrange, che è radicalmente vizioso in questo, che, adottando le sue espressioni, la nozione di infinitamente piccole quantità è & falsa idea, di cui è di fatto impossibile ottenere un concepimento chiaro, tuttavia possiamo ingannarci quella materia. Anche se adottiamo l'idea geniale di compensazione di errori, come sopra spiegato, questo comporta l'inconveniente radicale di essere obbligati a distinguere in matematica due classi di ragionamenti, quelli che sono perfettamente rigoroso, e quelli in cui abbiamo designedly commettiamo errori che successivamente essere compensata. Una concezione che porta a tali strane conseguenze è indubbiamente molto soddisfacente in un punto logico di vista.

  1. f:id:gpdimonderose:20160310034157p:plainf:id:gpdimonderose:20160310034240p:plainf:id:gpdimonderose:20160310221148p:plainf:id:gpdimonderose:20160312231034p:plain