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tragedia musicale abbiamo avuto un’illusione apollineaper sottolineare che dobbiamo essere salvati dall’unità immediata con la musica dionisiaca, mentre la nostra eccitazione musicale può essere scaricata in un regno apollineo e in un mondo intermedio interposto e visibile. Allo stesso tempo pensavamo di aver osservato come attraverso questa scarica il mondo intermedio del processo scenico, o del dramma, fosse diventato visibile e intelligibile fino ad un grado inaccessibile in tutta l’altra arte apollinea: così che qui, dove è esaltato e sollevato dallo spirito della musica, dovette riconoscere il più alto aumento dei loro poteri, e quindi in quella fratellanza di Apollo e Dioniso, a capo sia degli scopi artistici apollinei che dionisiaci.

È vero che l’immagine illuminata di Apolliniano non raggiunse l’effetto peculiare dei gradi più deboli dell’arte di Apollonie, specialmente nell’illuminazione interiore della musica; di cosa sia capace l’epica o la pietra ispirata, l’occhio che guarda a quella quieta delizia nel mondo dell’individuazionenon è stato possibile costringerlo a raggiungere qui, nonostante un’anima più profonda e una distinzione. Abbiamo guardato il dramma e penetrati con lo sguardo di perforazione nel suo mondo in movimento interno di motivi – e tuttavia ci siamo sentiti come se solo un’immagine parabola su di noi preferirebbe il senso più profondo abbiamo creduto quasi indovinare e volevamo come una tenda di allontanarsi, per vedere l’archetipo alle sue spalle. La chiarezza più chiara del quadro non era abbastanza per noi: per questo sembrava rivelare oltre a nascondere qualcosa; e mentre sembrava invitare suo pari rivelazione termine Isar a strappare il velo a rivelare lo sfondo misterioso, ancora una volta solo quelli Rayed Allsichtbarkeit tenuto l’occhio bandito e lo ha combattuto di penetrare in profondità.

Chi non ha mai avuto questa esperienza di dover guardare allo stesso tempo e nello stesso tempo desiderare di guardare fuori, è difficile immaginare come preciso e chiaro questi due processi in considerazione [129] del coesistono mito tragico e sono uno accanto all’altro percepita: mentre il gli spettatori veramente estetici mi confermeranno che, tra gli effetti peculiari della tragedia, quella convivenza è la più strana. Ora trasferiamo questo fenomeno dello spettatore estetico in un processo analogo nell’artista tragico, e uno diventa la genesi del mito tragicohanno compreso. Egli condivide con la sfera apollinea dell’arte la gioia piena di illusioni e allo stesso tempo mostra e lui nega questa gioia e ha una soddisfazione ancora maggiore nella distruzione del mondo visibile dell’illusione. Il contenuto del mito tragico è in un primo momento di un evento epico con la glorificazione dell’eroe che lotta: ma da dove viene quella enigmatica SE treno che la sofferenza nel destino del protagonista, le conquiste più dolorose, le più dolorose contraddizioni dei motivi insomma, l’esemplificazione di quella saggezza di Silen, o, più estetico, il brutto e disarmonico, in modo da innumerevoli forme, è sempre presentato con tale predilezione di nuovo e soprattutto in età più esuberante e giovanile di un popolo, se non un piacere più alto è percepito in tutto questo?

Perché in realtà essere il più tragico nella vita, avrebbe almeno spiegare l’emergere di una forma d’arte; se davvero l’arte non è solo un’imitazione della natura realtà, ma solo un supplemento metafisico alla realtà della natura, fatta a superarli accanto a lei. Il mito tragico, se mai parte dell’arte, così fa piena quota di questo metafisica Verklärungsabsicht dell’arte in generale: ma quello che ha trasfigurato quando presenta il mondo fenomenico sotto l’immagine dell’eroe sofferenza? La “realtà” di questo mondo di apparenze del meno, perché egli ci dice direttamente: “Attento! Guardare da vicino! Questa è la tua vita! Questa è la lancetta delle ore sul vostro orologio vita! “

E questa vita ha mostrato il mito per trasfigurarlo davanti a noi? Ma se no, qual è il piacere estetico con cui lasciamo passare quelle immagini? Chiedo il piacere estetico, e sono abbastanza consapevole che molte di queste immagini possono occasionalmente produrre piaceri morali, come la compassione o il trionfo morale. [130] Ma chiunque volesse derivare l’effetto del tragico esclusivamente da queste fonti morali, come ormai da lungo tempo era abituale nell’estetica, non può credere di aver fatto qualcosa per l’arte che richiede soprattutto purezza nella sua sfera , Per la spiegazione del mito tragico, è proprio la prima esigenza di cercare il suo particolare piacere nella sfera puramente estetica, senza attraversare il regno della compassione, della paura, del sublime della morale. Come può il brutto e il disarmonico, il contenuto del mito tragico, eccitare un piacere estetico?

Qui diventa necessario spingerci audacemente in una metafisica dell’arte, ripetendo la precedente affermazione che l’esistenza e il mondo sono giustificati solo come un fenomeno estetico: in che senso il mito tragico deve convincerci che anche il brutto e disarmonico è un gioco artistico che la volontà, con l’eterna pienezza del suo piacere, gioca con se stessa. Questo elusivo fenomeno primordiale dell’arte dionisiaca è, tuttavia, direttamente e comprensibilmente catturato nel meraviglioso significato della dissonanza musicaleCome la musica in generale, collocata accanto al mondo, può dare un’idea di cosa si intende per giustificazione del mondo come fenomeno estetico. Il piacere generato dal mito tragico ha la stessa patria della piacevole sensazione di dissonanza nella musica. Il dionisiaco, con il suo senso del dolore percepito dal dolore, è il luogo di nascita comune della musica e del mito tragico.

Non dovrebbe nel frattempo, usando la relazione musicale di dissonanza, aver facilitato quel difficile problema dell’effetto tragico? Vediamo ora cosa vuol dire guardare allo stesso tempo nella tragedia e guardare oltre: quali condizioni dovremmo caratterizzare in termini di dissonanza artisticamente usata solo per ascoltare e per ascoltarci allo stesso tempo a lungo. Quella ricerca nell’infinito, il battito delle ali del desiderio, con la più grande delizia nella realtà chiaramente percepita, ci ricorda che in entrambi gli stati abbiamo un fenomeno dionisiaco. [131] riconoscere che ci rivela ancora e ancora di nuovo la riproduzione di costruzione e frantumando il mondo individuo come il deflusso di un Urlust, in modo simile, come se l’Oscuro, la forza di world-building è paragonato ad un bambino di Eraclito, che sta svolgendo le rocce avanti e indietro e mucchi di sabbia e getta di nuovo dentro.

Per valutare correttamente la capacità dionisiaca di un popolo, non dobbiamo solo pensare alla musica della gente, ma anche al mito tragico di questa gente come seconda testimone di quella capacità. E ‘ora il sospetto a questo rapporto più vicino tra musica e mito, nello stesso modo che sarà collegato ad una degenerazione e depravation di un’atrofia l’altro: se davvero l’indebolimento del mito affatto un indebolimento delle attività dionisiache espresse viene. Tuttavia, uno sguardo allo sviluppo della natura tedesca non dovrebbe lasciarci in dubbio su entrambi: nell’opera come nel carattere astratto della nostra esistenza senza mito, in un’arte affondata al piacere come in una vita guidata dal concetto, La natura non ortodossa dell’ottimismo socratico ci era stata rivelata come la natura che consuma la vita. La nostra consolazione ma c’erano indicazioni che, tuttavia, lo spirito tedesco in splendida salute, la profondità e la potenza dionisiaca integro, come una di Snooze niedergesunknen Ritter, riposo in un abisso inaccessibile e sogno: per qualunque abisso sorge la canzone dionisiaca a noi per farci capire che questo cavaliere tedesco sogna ancora il suo antico mito dionisiaco in visioni beatamente serie. Nessuno crede che lo spirito tedesco abbia per sempre perso la sua mitica patria, se comprende così chiaramente le voci degli uccelli che parlano di quella patria. Un giorno si troverà sveglio, in tutta la freschezza mattutina di un sonno tremendo: poi ucciderà draghi,

Amici miei, voi che credete nella musica dionisiaca, sapete anche quale tragedia significa per noi. In esso abbiamo, [132] rinasce dalla musica, il mito tragico – e in essa si saremo sperare tutte le cose e dimenticare il più doloroso! Ma la cosa più dolorosa è per tutti noi – la lunga umiliazione sotto la quale il genio tedesco, alienato da casa e da casa, viveva al servizio di nani infidi. Capisci la parola – proprio come tu, alla fine, capisci le mie speranze.

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La musica e il mito tragico sono allo stesso modo un’espressione dell’empowerment dionisiaco di un popolo e inseparabili l’uno dall’altro. Entrambi provengono da un campo artistico che si trova oltre le Apolline; entrambi trasfigurano una regione nei cui accordi gioiosi la dissonanza e la terribile immagine del mondo svanisce affascinate; entrambi giocano con il pungiglione del dispiacere, fidandosi della loro magia straordinariamente potente; Entrambi giustificano l’esistenza del “mondo peggiore” attraverso questo gioco. Questo dimostra il dionisiaco, come misurato dal apollinea, come la violenza arte eterna e originale che chiama in effetti l’intero mondo dei fenomeni in esistenza: nel bel mezzo di una nuova Verklärungsschein è necessario per catturare il vibrante mondo di individuazione nella vita. Possiamo immaginare un’incarnazione della dissonanza – e cos’altro è umano? Per poter vivere, questa dissonanza avrebbe bisogno di una splendida illusione che la coprisse di un velo di bellezza sul suo stesso essere. Questa è la vera intenzione artistica di Apollo: in nome del quale riassumiamo tutte quelle innumerevoli illusioni della bella apparenza, che in ogni momento rendono la vita in generale degna di essere vissuta e spingono per l’esperienza del momento successivo. Existenx dionysypxex Existenx Apollontypxex Dionysontypxex Tragödiereignyx